Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  giovedì 23 giugno 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
La mia proposta per il futuro segretario di Radicali Italiani: Sergio D’Elia

di Luciano Pecorelli

Per oggi niente Berlusconi, niente governo o piuttosto governicchio del Capo, niente servizi e De Gennaro, niente massonerie arrembanti e burocrati scalpitanti, niente politici senza attributi o con i “cosiddetti” trapiantati, niente Putin e Bush, niente mondezza e soprattutto niente neurordine pubblico, oggi mi occupo di Noi, dei Radicali intesi come Radicali Italiani, quella cioè piccola struttura politica più o meno organizzata che riunisce e coordina in chiave “casalinga” gli sforzi della cosiddetta “Galassia Radicale”.

 

Le recenti elezioni hanno benevolmente “decapitato” la nostra dirigenza, visto che il trio di donne che ci ha guidato nell’ultimo anno e mezzo della nostra ormai lunga storia, è stato eletto, per fortuna, compatto in Parlamento. Adesso in omaggio alla prassi sconosciuta agli altri partiti, che chi siede nei banchi di Camera e Senato quello deve fare, e nel modo migliore, si pone il problema del futuro, della dirigenza prossima ventura. Il dibattito si è ufficialmente aperto nell’ultima direzione, ma visto i temi da trattare ed i tempi a disposizione la sintesi era obbligatoria. Profitto allora di questo spazio di libertà scritta per continuare un discorso che mi sta a cuore, come politico e come uomo, come Radicale. Non va scelto un segretario, questo è il minimo sindacale in un momento che richiede uno sforzo fuori dall’ordinario, bisogna scegliere il Segretario con la S maiuscola, un politico dalla personalità straordinaria che sappia, come il capitano di un vascello nella tempesta, tener saldo il timone, e dare all’equipaggio gli ordini giusti, che sappia affrontare le “procelle” con il coraggio, la determinazione e la fiducia in quello che è ed in quello che siamo, che solo un vero non violento sa mostrare. So bene che prima, alla parola “ordini” qualcuno avrà storto il naso, ma è quello che penso: fino a quando il pericolo per l’esistenza stessa della Repubblica,, non sarà concretamente ridotto, dovremo ritenerci un esercito, di pace chiaramente, ma esercito, che con le armi della nonviolenza dovrà difendere il diritto dei molti contro la spietatezza dei pochi. Dovremo essere l’armata nonviolenta che difenderà gli ultimi e gli umili, gli illusi ed i disillusi, dai cinici e giustizialisti rappresentanti dei poteri forti. Un segretario di “guerra” per un momento di guerra, dove incertezze ed esitazioni saranno letali, come gli errori. Che possa scegliere la sua squadra in perfetta libertà, seguendo una visione maturata nell’esperienza dell’operosità, ed anche del dolore. Un segretario che al saper decidere sappia coniugare la capacità di intrattenere e gestire, rapporti interpersonali franchi e diretti, fattivi e non di facciata, in un partito come il nostro dove essendo sconosciuta la mala abitudine di scambiarci favori o azioni di potere, a parte il fatto che non ne abbiamo, facciamo circolare al nostro interno l’unica moneta di corso legale fra Radicali: le idee! Abbiamo quindi bisogno di un segretario nazionale che sappia anche dialogare, unire e far sintesi. Che tutti sappia comprendere e rappresentare, con attenzione e capacità, e che a ad ognuno offra in “garanzia” una militanza continua, costruttiva, intelligente e prestigiosa. Per questi motivi, e non per l’amicizia personale che mi lega a lui, mi sento di proporre con forza il nome del compagno Sergio D’Elia quale futuro segretario nazionale dei Radicali Italiani.  Lui è l’uomo che più di ogni altro incarna con limpidità la più recente vittoria dei Radicali per un mondo migliore: la moratoria sulla pena di morte. L’uomo che come ringraziamento per aver lavorato fin dalla sua fondazione, al meraviglioso ma, allora, apparentemente utopico sogno di “Nessuno Tocchi Caino”, ha ricevuto da coloro stessi che si sono intestati una vittoria per la quale hanno fatto ben poco quando niente, il veto ad una sua ricandidatura alla Camera. L’uomo che saprà guidarci nell’essere i custodi della continuità e della legalità repubblicana.

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